I disturbi psicologici stanno diventando sempre più “diffusi” e comuni sia nella popolazione adulta che tra i più giovani.
La diffusione del malessere psicologico può essere imputato a molte cause: sicuramente, oggi, l’ampiezza di tali disturbi è data anche da una maggiore sensibilità alla cura e salvaguardia del proprio benessere psicologico.
La sofferenza o il disturbo di una persona è vista come un blocco in cui l’individuo sente di non potersi più muovere.
Il disturbo può essere inteso come un arresto del processo di elaborazione che una persona fa su di sé e gli altri, come una sospensione dell’esperienza, in altre parole un po’ come una “macchina impantanata nel fango”, in cui più si continua a dare gas più le ruote girano a vuoto scavando sempre più nel terreno, rimanendo immobili.
Il sintomo indica un’alterazione, riferita dalla persona, della “normale” sensazione di sé, del proprio corpo e del proprio vissuto in relazione ad uno stato “patologico”; può essere definito l’espressione del disturbo, manifestazione del blocco.
Come ogni persona è considerabile unica e irripetibile, così, ogni disturbo ed ogni sintomo sono considerati strettamente personali ed unici nella propria definizione e nella propria manifestazione.
Entrambi, disturbo e sintomo, rappresentano la miglior strada che la persona ha trovato più o meno consapevolmente, fino ad oggi, per esplorare se stesso e costruire relazioni nel mondo.
Difficilmente una persona potrà abbandonare questa strada, il disturbo, senza aver costruito alternative.
Sentirsi depressi significa vedere il mondo attraverso degli occhiali con delle lenti scure: l’esistenza perde molto di significato e di interesse, tutto sembra più opaco e faticoso da affrontare, anche le azioni più semplici come alzarsi dal letto al mattino sembra una montagna da scalare.
Spesso sono presenti sentimenti di svalutazione e di colpa, accompagnati dalla convinzione di essere e sentirsi “sbagliati”, di non essere capaci o avere risorse adeguate per far fronte alle sfide della vita.
Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona; sembra che tutto ruoti attorno al cibo e alla paura di ingrassare.
Cose che prima sembravano banali ora diventano difficili se non impossibili e motivo di forte ansia e senso di colpa.
Spesso i pensieri sul cibo assillano la persona anche quando non è a tavola, avendo continui pensieri su cosa si “debba” mangiare, sulla paura di ingrassare o di avere un’abbuffata.
Benché l’ansia sia parte del vivere umano e sebbene tutti provino ansia in varie circostanze della vita, per alcune persone questo vissuto può diventare un problema molto invalidante, ostacolando il benessere personale.
Nonostante le diverse tipologie, tutti i disturbi d’ansia sono caratterizzati da un’intensa e persistente paura o preoccupazione nei confronti di situazioni o eventi percepiti come imprevedibili e/o incontrollabili.
Quando viene provata questa sensazione, alcune persone trascorrono la giornata in preda a preoccupazioni più o meno costanti, pur pensando, talvolta, che non ci dovrebbe essere nulla per angosciarsi.
Queste preoccupazioni possono indurre la persona ad un controllo continuo rispetto ai possibili indizi di “pericolo” presenti nell’ambiente, soprattutto nelle situazioni nuove o poco familiari.
La sessualità è una delle sfere più personali e private della vita di un individuo.
I fattori che portano a un disturbo sessuale possono essere di natura organica, legati a patologie fisiche, oppure di natura psichica, dove prevalgono le difficoltà interpersonali.
I disturbi sessuali di natura psichica sono caratterizzati da difficoltà psicologiche che ostacolano o impediscono il rapporto sessuale in cui la persona tende a vivere l’eventualità di un rapporto sessuale come un “evento problematico” che suscita emozioni negative (es. ansia, disgusto, sensi di colpa, vergogna, tristezza, rabbia) che, a loro volta, impediscono o ostacolano il rapporto stesso.
Nella società contemporanea, sono molte le possibilità di sviluppare dipendenze da alcol, sostanze stupefacenti o tabacco – che rappresentato alcuni tra i disturbi psicologici più diffusi.
Ma non è solo questo un versante sul quale si declina la dipendenza come malessere, dato che sono presenti spesso delle compulsioni verso dipendenze affettive, dal sesso, dal gioco, dai social network e cellulari, oppure da alcune situazioni in cui si scatena questa reazione psicologica e fisiologica molto complessa.
La paura è un allarme che scatta di fronte a ciò che riteniamo un rischio dal quale fuggire o difendersi, oppure davanti a ciò che ci sembra a prima vista estraneo, sconosciuto, diverso che minaccia il nostro equilibrio richiedendo un cambiamento imminente.
Molto spesso è la paura della paura quella che ci condiziona maggiormente, ossia il timore di poter rivivere una minaccia che in passato ha già minato la nostra sicurezza, la nostra armonia.
Dal momento che ogni persona è un mondo unico e irripetibile, possiamo immaginare che le paure possono essere infinite e diverse nella sua manifestazione e nella sua forma.
La stessa cosa che fa star bene una persona, può, allo stesso tempo, terrorizzarne un’altra: dal timore di un “oggetto”, anche di per sé non pericoloso (es. il sangue, gli aghi, i ragni…) al timore di una situazione (es. gli spazi chiusi, gli spazi aperti, le malattie, guidare l’automobile…).
Le fobie sono paure incontrollabili e coinvolgono l’individuo verso atteggiamenti rivolti ad evitare ogni condizione che scateni la paura, come ad esempio nella claustrofobia, paura dei luoghi chiusi, o nella acrofobia, paura di trovarsi in situazioni di eccessiva altezza.
Talvolta sono presenti insieme al disturbo da attacchi di panico che coglie chi si trova all’intero di una dinamica che scatena la fobia.
Generalmente i disturbi del sonno hanno a che fare con l’impossibilità di ottenere un sonno sufficiente e/o ristoratore e sono diventati un serio problema medico, psicologico e ad elevata incidenza sulla popolazione.
Le principali alterazioni relative al sonno riguardano, appunto, sia aspetti quantitativi che qualitativi.
Rivolgersi ad uno psicologo è una scelta strettamente personale.
Si tratta di una decisione che una persona prende sulla base della propria sofferenza.
Fondamentalmente quando ritiene di aver tentato di trovare da sé le vie di uscita dal proprio malessere, problema, difficoltà, senza successo; si ritrova ciononostante con la sensazione di essere “incastrata” nella propria condizione.
Una persona può aver bisogno di uno psicologo e psicoterapeuta quando:
Possiamo avventurarci insieme in un viaggio alla scoperta di nuovi significati e nuove possibilità, cercando di comprendere e creare alternative di fronte ad una difficoltà psicologica.
Possiamo camminare insieme alla ricerca di scelte più consapevoli e di modalità più soddisfacenti di vedere se stessi e di vedersi in relazione con gli altri.
Attraverso una nuove elaborazioni possiamo riprendere un movimento verso una direzione più soddisfacente e appagante.
Sono la Dottoressa Anita Martellacci e ricevo presso lo studio medico specialistico a Castiglioncello.
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