Hari è una ragazza di 13 anni che seguo in psicoterapia da un anno. Attraverso un tema di italiano dal titolo “Qualcosa che ti viene proibito” Hari ci racconta il suo vissuto di dolore permettendoci di toccare fortemente e fermamente la sensazione di impotenza che vive.
Cos’è una cosa di cui l’uomo non può fare a meno? L’ossigeno? Certo anche quello. Ma cos’è che ci da la forza di vivere? Il cibo. Tanti adolescenti al giorno d’oggi hanno problemi con esso. Chi non se lo può permettere per la sua condizione finanziare, chi se lo può permettere e ne abusa e chi se lo può permettere ma non lo vuole.
Perché? Perché la sua testa glielo proibisce. In che modo? Magari dicendo “hai già mangiato tutta quella schifezza e ora vuoi dell’altro?” oppure “si dai mangia anche quello tanto sei un pozzo senza fine, una cosa in più una cosa in meno non cambia”. A quel punto arrivi a fare un dibattito con te stesso: lo mangio o non lo mangio? Dopo aver riflettuto ti decidi a mangiarlo. E di nuovo torna la tua mente “sei contento ora che l’hai mangiato? Ti senti soddisfatto? Oppure ti senti solo uno schifo?”. Allora a questo punto che fai? Semplice, stai con i tuoi sensi di colpa e aspetti che se ne vadano. Il problema è che loro non se ne vanno mai via. Restano lì. Il tuo cervello li ha trovati simpatici e li ha ospitati nella sua bella dimora, non facendogli pagare nemmeno l’affitto! Tu continui a stare lì. A piangere, ad insultarti, a disprezzarti. Dici, da domani mangio solo salutare e faccio tanta attività fisica. Ma lo sappiamo tutti che rinunciare al cibo che più ci piace è davvero difficile.
L’autocontrollo è una cosa importantissima ma difficilissima da sviluppare.
Arrivi a quel punto che da quanto stai male devi fare qualcosa. Fare attività fisica? Ma i risultati li voglio subito. Espelli tutto in una maniera non salutare? Si. Dopo averlo fatto ti guardi allo specchio e vedi una nuova te. Però tu vedi una nuova te bella, in salute e magra, però non come vorresti, quindi sei di nuovo triste. Gli altri vedono la vera nuova te. Una persona malata, con occhi spenti, con un sorriso forzato e sempre più secca. Mangi veramente poco e quello che mangi lo ributti fuori subito. Il tuo cervello però non è ancora soddisfatto così arriva a farti smettere di mangiare. Tu hai continuamente fame, sei stanco e saresti in grado di finirti una dispensa intera. Però sei ormai diventato la marionetta del tuo cervello.
Questo burattinaio però non è simpatico, non fa divertire i suoi burattini. Li maltratta. Gli proibisce il cibo e quasi anche l’ossigeno. Le marionette sono sfinite stanche, vorrebbero ribellarsi ma non lo fanno. A quel punto ti arrendi e aspetti che succeda qualcosa. Quel qualcosa però non arriverà mai senza la tua forza. Questo burattinaio ti impedisce di chiedere aiuto.
Quindi tu rimani lì, sola, triste e insoddisfatta della tua vita. Le marionette non ce la fanno più, ormai vogliono arrendersi, ma finalmente arriva qualcosa, anzi, qualcuno: è un angelo (il fratello) mandato dal cielo per salvare le povere marionette. Questo angelo dona le ali alle marionette che riescono a scappare e ad essere di nuovo contente.
C’è solo un piccolo problema però. Il burattinaio ha sempre il pieno potere sulle marionette, ciò significa che non sono salve al cento per cento.
Vogliamo parlarne insieme?
Sono la Dottoressa Anita Martellacci e ricevo presso lo studio medico specialistico a Castiglioncello.