Nella pratica psicoterapeutica con i bambini e gli adolescenti capita spesso che i genitori chiedano come funziona la psicoterapia.
In generale la psicoterapia è volta a favorire nella persona una re-interpretazione degli aspetti centrali implicati nel disturbo o nella difficoltà, in particolare quelli che guidano la relazione della persona con altre persone.
Attraverso la psicoterapia è possibile dare nuovi significati a quello che viene considerato il problema, cercando di comprendere e creare alternative di fronte alla difficoltà psicologica.
Esistono differenti tipi di psicoterapia, ma ognuna si basa sulla comunicazione come strumento fondamentale per comprendere ed elaborare un disagio nel vissuto e nei comportamenti della persona.
Lavorare con i bambini e gli adolescenti implica avere delle conversazioni terapeutiche talvolta molto diverse da quelle che avvengono con un paziente adulto.
Dal momento che un bambino presenta uno sviluppo linguistico e cognitivo diverso e meno elaborato di quello di un adulto, è necessario trovare modi alternativi di fare conversazione.
Gli strumenti che possono facilitare e permettere il lavoro e la relazione con un bambino sono il gioco, il disegno, la narrazione di storie e la metafora.
Non a caso tendenzialmente un bambino cresce facendo esperienza di gioco, disegno, sentendo o inventando storie.
Visto che la natura di un disturbo è considerata relazionale e che molto spesso, ovviamente, sono i genitori a chiedere aiuto per i propri figli, il lavoro di psicoterapia troverà coinvolti bambini, genitori e terapeuta.
Questo allo scopo di favorire un movimento che riguardi tutte le persone interessate nell’esperienza del problema presentato, un lavoro su due fronti senza perdere di vista né l’uno né l’altro e provare a tenerli in relazione.
La psicoterapia con i bambini comincia con un colloquio con i genitori, con la famiglia, senza il coinvolgimento del bambino, per poter comprendere e valutare insieme il problema e la difficoltà presentati.
A questo, seguiranno alcuni incontri con il bambino, in cui, appunto, la conversazione sarà portata avanti attraverso il linguaggio, il gioco, il disegno, la narrazione di storie inventate e la creazione di metafore.
Dopo tre incontri con il bambino ci sarà un incontro con i genitori, così da proseguire un lavoro congiunto con loro.
Seguiranno altri colloqui con il bambino e i genitori fino a quando non riteniamo (terapeuta, genitori e bambino) che il motivo per cui è stato richiesto un intervento psicologico e psicoteraputico non sia più ritenuto necessario.
LA PSICOTERAPIA HA LUOGO LADDOVE SI SOVRAPPONGONO DUE AREE DI GIOCO: QUELLA DEL PAZIENTE E QUELLA DEL TERAPEUTA. LA PSICOTERAPIA HA A CHE FARE CON DUE PERSONE CHE GIOCANO INSIEME [ cit. D. W. Winnicott ]
Possiamo avventurarci insieme in un viaggio alla scoperta di nuovi significati, nuovi comportamenti e nuove possibilità, cercando, con un lavoro congiunto e interdipendente, di comprendere e creare alternative di fronte ad una difficoltà psicologica.
Sono la Dottoressa Anita Martellacci e ricevo presso lo studio medico specialistico a Castiglioncello.