Ogni persona ha il proprio tallone d’Achille, la propria paura.
Qualunque essa sia, non è mai troppo tardi per iniziare a cambiare l’atteggiamento che abbiamo nei suoi confronti.
La paura è un allarme che scatta di fronte a ciò che riteniamo un rischio dal quale fuggire o difendersi, oppure davanti a ciò che ci sembra a prima vista estraneo, sconosciuto, diverso che minaccia il nostro equilibrio richiedendo un cambiamento imminente.
Molto spesso è la paura della paura quella che ci condiziona maggiormente, ossia il timore di poter rivivere una minaccia che in passato ha già minato la nostra sicurezza, la nostra armonia.
Dal momento che ogni persona è un mondo unico e irripetibile, possiamo immaginare che le paure possono essere infinite e diverse nella sua manifestazione e nella sua forma.
La stessa cosa che fa star bene una persona, può, allo stesso tempo, terrorizzarne un’altra: dal timore di un “oggetto”, anche di per sé non pericoloso (es. il sangue, gli aghi, i ragni…) al timore di una situazione (es. gli spazi chiusi, gli spazi aperti, le malattie, guidare l’automobile…).
La paura va considerata come un vissuto del tutto soggettivo, un vissuto che è entrato a far parte del nostro modo di affrontare la vita e del nostro modo di attribuire significati a ciò che ci circonda ed a ciò che ci accade.
Se per un momento riuscissimo a liberare il campo dal solito modo di vedere la paura, provando ad osservarla da un punto di vista nuovo, si aprirebbe davanti a noi uno scenario denso di significati.
Dietro ad una nostra paura, per quanto sia inoffensiva o travolgente, si nasconde una sua ragione d’essere:
la paura svolge una precisa funzione che affonda le sue origini nella storia personale di ognuno di noi.
Inoltre la paura è una nostra alleata, nel senso che serve a mantenerci stabili, a conservare il nostro equilibrio psicofisico; in quel preciso momento è la migliore alternativa che possiamo concederci, che ci permette “paradossalmente” di mantenere “stabile” la nostra vita, di custodire il senso che guida le nostre scelte, di conservare i significati che diamo agli eventi.
La paura può essere anche considerata un’amica che ci segnala pericoli e ci protegge da situazioni rischiose che potrebbero farci incorrere in cambiamenti repentini non “ancora” sostenibili dal nostro sistema, per il nostro modo di considerare e vivere nel mondo, gli eventi, le relazioni e le persone.
La paura, se è vero che ci protegge da esperienze, anche se piacevoli, che minacciano un equilibrio che non siamo ancora pronti a lasciar andare, allo stesso tempo erige intorno a noi un muro invisibile.
A questo punto sarebbe utile chiederci:
Lavorando insieme possiamo cercare di capire e comprendere che significato ha la propria paura, perché è presente proprio quella specifica angoscia, cosa ci permette e cosa ci impedisce “avere”e “portare avanti” una paura.
Anche tu hai paura di qualcosa? Vogliamo parlarne insieme?
Sono la Dottoressa Anita Martellacci e ricevo presso lo studio medico specialistico a Castiglioncello.